Formare i formatori… da Fiesole nuove energie per NpM

Nati per la Musica Formare i formatori… da Fiesole nuove energie per NpM

Se il buongiorno si vede dal mattino, il Programma Nati per la Musica potrà contare su un bel sole splendente per il futuro. Il 26 e 27 gennaio scorsi, infatti, si è tenuto a Fiesole il corso per Formatori e Formatrici NpM che ha visto la partecipazione, quasi tutta al femminile, di un gruppo di professionisti (pediatre e pediatri, pedagogiste, assistenti sociali, musiciste, educatrici, insegnanti ecc.) davvero motivati e pronti a mettersi in gioco. Ventitré nuovi formatori, di cui ventidue donne, che formeranno a propria volta i futuri Operatori e Operatrici, Volontari e Volontarie NpM sui territori, con l’obiettivo – importante ricordarlo – di raggiungere più famiglie possibili con bambini e bambine in fascia 0-6 con le buone pratiche musicali. Perché non basta la buona pratica trasmessa e sperimentata una volta e basta. L’obiettivo è che l’esperienza sonoro-musicale entri nelle famiglie e ci rimanga in modo duraturo.

Tra momenti di apprendimento frontale e momenti laboratoriali – guidati da Monica Castagnetti, Alessandra Sila e Virginia Longo – le due giornate di formazione sono state caratterizzate da un clima piacevole che ha favorito l’interazione e la collaborazione di ciascuno ai lavori comuni. Non potevano ovviamente mancare gli spunti musicali che sono stati così frizzanti da giungere anche alla composizione di un simpatico jingle, utilizzato per risvegliare le energie nei momenti di comprensibile stanchezza. Ricordando continuamente come la musica condivisa in famiglia sia uno strumento (preziosissimo!) per costruire una relazione nutriente tra genitori, bambini e bambine e come l’esperienza musicale precoce possa davvero cambiare la traiettoria della vita dei più piccoli, prevalendo su ciò che sembra già scritto dalle condizioni sociali ed educative che, ricordiamolo, i bambini non scelgono. Ma anche per avere sempre presente l’importanza di creare consapevolezza nei genitori, rispetto alla loro competenza e alla loro responsività, e la necessità di veicolare le buone pratiche che fanno bene, non quelle “che fanno stare buoni”.

Ora, cari formatori e formatrici, tocca a voi. Buon lavoro!

Due battute con… Elena Flaugnacco

Nati per la Musica Due battute con… Elena Flaugnacco

(a cura di Elisa Maria Colombo)

Proseguiamo con io nostro percorso di ascolto di musicisti ed esperti sulle evidenze scientifiche che sono alla base del Programma Nati per la Musica. Perché la proposta della musica fin da piccoli ha basi solide, dimostrate da ampi studi scientifici che si sono susseguiti e rinnovati negli anni.

Oggi sarà nostra ospite Elena Flaugnacco, neuropsicologa e psicoterapeuta e componente del Coordinamento Nazionale NpM.

In che senso il linguaggio si sviluppa in sintonia con la musica? 

Linguaggio e musica per svilupparsi coinvolgono le stesse strutture cognitive e in parte anche le stesse strutture neurali. Inoltre, intonazione, ritmo, durata, tono, intensità e accenti sono elementi comuni a linguaggio e musica: entrambi possono essere considerati come una sequenza organizzata di eventi sonori e motori che richiedono un’elaborazione temporale. Vi è oltretutto una grande somiglianza tra analisi del fonema della comunicazione parlata e del tono in quella musicale.  

Nella lettura e nella comprensione della frase la corretta percezione del ritmo influisce sulla comprensione di quanto si sta leggendo o si sta ascoltando: ad esempio, lo stesso ritmo, la stessa intonazione hanno valenze emotive ed espressive. Una frase può essere pronunciata con due intenzioni differenti e portare con sé due significati comunicativi diversi.  

Che cosa significa trasferimento delle competenze?

Attraverso la musica è possibile stimolare altri aspetti cognitivi, aumentando le competenze del bambino anche in attività extramusicali come la lettura, il linguaggio, il calcolo a mente e altre abilità sociali. Questo apprendimento avviene grazie a un trasferimento di competenze: una conoscenza o un apprendimento acquisito in ambito musicale influenza e viene applicato in un contesto diverso. 

Apprendimento dall’input vocale

Nati per la Musica Apprendimento dall’input vocale

In un recente articolo scientifico, segnalato nella Newsletter “Neuromusic” della Fondazione Mariani e pubblicato il 3 maggio 2023 su Developmental Science, si evidenzia come i neonati siano in grado di estrarre e apprendere regolarità basate sulla ripetizione dall’input vocale. Di seguito ne pubblichiamo un breve estratto in italiano seguito da un commento di Costantino Panza, componente del Coordinamento Nazionale di Nati per la Musica.

[…]

I neonati sono in grado di estrarre e apprendere regolarità basate sulla ripetizione dall’input vocale, cioè mostrano una maggiore attivazione cerebrale nelle regioni temporali bilaterali e frontali inferiori di sinistra a pseudoparole trisillabiche della forma AAB (ad esempio, “babamu”) che a parole casuali Sequenze ABC (ad esempio, “bamuge”). Se questa capacità sia specifica della parola o si applichi anche ad altri stimoli uditivi rimane inesplorato. Per indagare su questo, hanno testato se i neonati sono sensibili alle regolarità nei toni musicali. I neonati hanno ascoltato sequenze di toni AAB e ABC, mentre la loro attività cerebrale è stata registrata utilizzando la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNIRS). Il paradigma, la frequenza dell’occorrenza e la distribuzione dei toni erano identici a quelli delle sillabe utilizzate in studi precedenti con il linguaggio. Gli Autori hanno osservato una maggiore risposta emodinamica invertita (negativa) all’AAB rispetto alle sequenze ABC nelle aree temporale bilaterale e fronto-parietale. Questa risposta invertita era causata da una diminuzione dell’ampiezza della risposta, attribuita all’assuefazione, nel corso dell’esperimento nella regione fronto-temporale sinistra per la condizione ABC e nella regione fronto-temporale destra per entrambe le condizioni. Questi risultati mostrano che la capacità dei neonati di discriminare le sequenze AAB dalle sequenze ABC non è specifica del linguaggio. Tuttavia, la risposta neurale ai toni musicali e alla lingua parlata è notevolmente diversa. I toni hanno dato origine all’assuefazione, mentre è stato dimostrato che il linguaggio innesca risposte crescenti nel corso dello studio. In modo correlato, la regolarità della ripetizione ha dato origine a una risposta emodinamica invertita quando portata dai toni, mentre era canonica per il linguaggio. Pertanto, la capacità dei neonati di rilevare la ripetizione non è specifica del linguaggio, ma coinvolge meccanismi cerebrali distinti per il linguaggio e la musica. La capacità dei neonati di rilevare le regolarità basate sulla ripetizione non è specifica del linguaggio, ma si estende anche ad altre modalità uditive. I meccanismi cerebrali alla base dell’elaborazione del linguaggio e della musica sono notevolmente diversi“.

Ecco il commento di Costantino Panza: “Il legame tra musica e linguaggio è di interesse ed è esplorato a diversi livelli. È nata prima la musica e poi il linguaggio oppure ambedue nascono in modo indipendente nel corso dell’evoluzione? Non è solo curiosità perché la scienza sta cercando trattamenti sul disturbo del linguaggio basati su una “musicoterapia” ad hoc. Chomsky ad esempio considera la musica come protolinguaggio. E così sia musica che linguaggio, secondo questa ipotesi, dovrebbero utilizzare le stesse aree cerebrali per la codifica delle informazioni prosodiche o melodiche. E su questo ha fatto studi Aniruddh Patel cercando similitudini fonetiche-fonologiche, morfosintattiche-sintattiche  e lessicali-semantiche (e, a parer suo, trovandole).

Da questo studio di Nallet e colleghi in realtà sembrerebbe che le cose non stiano proprio così e che la questione sia di intricata complessità. Sembra che lo studio indichi come il neonato elabori l’informazione del parlato in modo differente rispetto alla melodia: potrebbe essere così, tuttavia, perché deve ancora apprendere la complessità delle parole, mentre ha già imparato i toni (e i semitoni) e altre caratteristiche di base della musica durante la vita fetale“.