Genitori e musica… anche in carcere

Nati per la Musica Genitori e musica… anche in carcere

Ritrovare una dimensione familiare anche tra le mura di un carcere, è possibile. Questo è ciò che hanno vissuto alcune persone detenute dell’Istituto a custodia attenuata “Luigi Daga” di Laureana di Borrello (Reggio Calabria) sabato scorso, 25 marzo, in occasione del primo evento organizzato dal Cantiere Musicale Internazionale di Mileto che, insieme ad una rete di realtà locali, promuove il Programma nazionale Nati per la Musica sul territorio calabrese.

L’appuntamento, dal titolo “Che colore hanno le emozioni?”, rivolto ai bambini tra 0 e 6 anni e ai loro genitori, ha visto la partecipazione di cinque padri detenuti, inseriti in un percorso di rieducazione, insieme alle mogli e ai figli e ha permesso loro di sperimentare, attraverso la pratica musicale proposta dagli operatori, come la musica possa favorire l’incontro e la relazione tra genitori e figli anche all’interno di un contesto ostile come quello carcerario. La differenza, in questo caso, l’ha fatta la scelta di un ambiente dedicato e attrezzato a misura di bambini e bambine nei quali i detenuti insieme alle famiglie hanno potuto ritrovare un contesto quasi domestico per vivere il tempo insieme. «Non sono le restrizioni carcerarie a rappresentare la vera condanna… a quelle ci si abitua subito» ha scritto in una toccante testimonianza uno dei padri partecipanti «ma la lontananza dai nostri cari e dai nostri figli. È proprio grazie a iniziative come questa che ci rendiamo conto di quello che ci stiamo perdendo. Quello che per molti potrebbe sembrare un semplice momento di vita quotidiana, a noi fa assaporare la felicità di vedere i nostri figli giocare liberamente lontani da quei “tavoli di colloquio”. Scintilla che innesca in noi la voglia di riabilitazione e di riscatto».

Stupore e gioia negli occhi dei bambini e coinvolgimento diretto dei genitori nei giochi musicali hanno completato un quadro già peculiare con quei dettagli che in realtà sono sostanza e fondamento del Programma Nati per la Musica, tanto da far valutare ai responsabili dei progetti pedagogici della struttura -che ospita una cinquantina di persone detenute di cui una ventina di origine straniera – di inserirlo in un percorso specifico di sostegno alla genitorialità, garantendo così la realizzazione di altri eventi da riproporre con continuità nel tempo, secondo un calendario concordato con la direzione dell’Istituto. Non è mancato un ringraziamento da parte dei padri detenuti agli organizzatori e ai volontari «per essere riusciti, anche solo per poco tempo, ad abbattere le mura di cinta, facendoci tornare liberi vivendo la gioia di vedere i nostri figli felici e spensierati».