Due battute con… Stefano Gorini

Nati per la Musica Due battute con… Stefano Gorini

(a cura di Elisa Maria Colombo)

Proseguiamo con io nostro percorso di ascolto di musicisti ed esperti sulle evidenze scientifiche che sono alla base del Programma Nati per la Musica. Perché la proposta della musica fin da piccoli ha basi solide, dimostrate da ampi studi scientifici che si sono susseguiti e rinnovati negli anni.

Oggi sarà nostra ospite Stefano Gorini, pediatra e componente del Coordinamento Nazionale NpM.

Come la musica porta benessere in famiglia?

La musica è un’esperienza naturale che da sempre accompagna l’uomo. In tutte le culture, infatti, le mamme cantano ninne nanne per i propri figli, raccontano storie o filastrocche, con l’aiuto dello strumento musicale più naturale che esista, la voce, a disposizione di tutti, anche delle famiglie più svantaggiate. La voce diventa canto, il canto diventa musica ed ecco che quest’ultima fa parte del vissuto di ogni persona fin dalla nascita (e anche prima) e diventa una componente irrinunciabile per una crescita globale. La musica è gioia, divertimento, gioco, emozione, mezzo per comunicare e interagire con gli altri e con l’ambiente, stimolo per conoscere e sviluppare le potenzialità espressive e creative della persona. Ecco perché porta benessere in famiglia.

In che modo il pediatra avvicina i genitori al mondo dei suoni?

L’avvicinamento alla musica inizia già alla prima visita in ambulatorio, quando il neonato ha pochi giorni. Il pediatra illustra quanto sia importante la musica nella relazione affettiva e nello sviluppo cognitivo del bambino e fornisce alcuni consigli pratici, come prendere l’abitudine di cantare per il proprio piccolo durante la giornata, sia singolarmente che insieme.

Altro suggerimento è quello di ascoltare musica facendo partecipare il bambino, cullandolo. Il momento della prima visita deve dare anche l’opportunità di riflettere sull’importanza di un’ecologia dell’ambiente sonoro, in cui la musica non è un rumore di sottofondo, che alla fine può risultare fastidioso, la casa non deve essere satura di suoni o rumori. Il silenzio è importante, prepara alla comunicazione sonora ed è parte di essa, permettendo al bambino di porre attenzione all’ascolto di chi ha di fronte. La musica deve essere un’esperienza piacevole per il bambino. Se in un determinato momento questi dimostra di non averne voglia bisogna lasciarlo stare. Bastano alcuni momenti durante la giornata (durante il cambio del pannolino ad esempio): l’importante è che si instauri in famiglia un’abitudine e che la musica non sia occasionale.

Due battute con… Maddalena Patella

Nati per la Musica Due battute con… Maddalena Patella

(a cura di Elisa Maria Colombo)

Proseguiamo con io nostro percorso di ascolto di musicisti ed esperti sulle evidenze scientifiche che sono alla base del Programma Nati per la Musica. Perché la proposta della musica fin da piccoli ha basi solide, dimostrate da ampi studi scientifici che si sono susseguiti e rinnovati negli anni.

Oggi sarà nostra ospite Maddalena Patella, insegnante, musicista e componente del Coordinamento Nazionale NpM.

Musica e movimento sono strettamente connessi: quanto è importante l’ascolto attivo?

Certamente possiamo dire che la musica stimola e accompagna il movimento del bambino. Infatti, a partire dai 6/8 mesi i bambini iniziano a rispondere alle sollecitazioni ritmiche dondolando oppure provando a muovere il capo a ritmo. Crescendo, reagiranno all’ascolto della musica improvvisando con il corpo e, a partire dai 3 anni, i genitori potranno proporre girotondi, danze, filastrocche e canzoncine in cui associare a ritmi diversi gesti e movimenti. Il dialogo sonoro diventerà quindi anche “danzante” ed è importante che i genitori si mettano in gioco. Si può attingere da canti e gesti provenienti dalla tradizione popolare come “batti batti le manine” oppure “ecco l’occhio bello, ecco suo fratello” ecc. in cui al dialogo verbale viene affiancato quello tattile, offrendo così un primo avvio alla conoscenza corporea.

Quali sono le prime esperienze musicali da fare in famiglia?

È importante permettere al bambino di esplorare la realtà acustica in modo attivo, attraverso la scoperta e la manipolazione degli “oggetti sonanti”. Nessuno comincia a parlare solo se ha imparato la grammatica o a disegnare solo dopo un corso di pittura: bisogna lasciare i bambini liberi di “scarabocchiare con i suoni” anche se non conoscono ancora le note. Così, quando il piccolo compositore in erba riuscirà a raggiungere la credenza della cucina e a eseguire un assolo per cucchiaio, mestolo e pentola a pressione (i suoi primi strumenti musicali) andrà incoraggiato, valorizzando la sua scoperta sonora, perché è in quel momento che una delle prime esperienze musicali è in atto e il suono degli oggetti quotidiani è la musica di tutti i giorni.

Due battute con… Cecilia Pizzorno

Nati per la Musica Due battute con… Cecilia Pizzorno
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Due battute con… Antonella Costantini

Nati per la Musica Due battute con… Antonella Costantini

(a cura di Elisa Colombo)

Riprendiamo la sana abitudine di ascoltare la voce di musicisti ed esperti sulle evidenze scientifiche che sono alla base del Programma Nati per la Musica. Perché la proposta della musica fin da piccoli ha basi solide, dimostrate da ampi studi scientifici che si sono susseguiti e rinnovati negli anni.

Oggi sarà nostra ospite Antonella Costantini, insegnante, musicista e componente del Coordinamento Nazionale NpM.

Quali generi musicali ascoltare insieme ai bambini e perché?

La musica è una forma di comunicazione (linguaggio) e personalmente ritengo sia bene considerare diversi aspetti. Il primo è quello di iniziare a condividere gli ascolti già dalla gravidanza in base ai gesti e alla formazione culturale di entrambi i genitori. Ascoltare quindi insieme ciò che appartiene alle radici sonore , che fa parte della memoria storica del nucleo familiare come filastrocche, ninna-nanne, conte nei vari dialetti di appartenenza o comunque tramandate da nonni e parenti. Pensare alla musica come a un mondo variegato di colori e emozioni aiuterà a comprendere che fin dalla prima infanzia è buona pratica inserire una varietà musicale molto ricca che consenta al bambino di captare ritmi, melodie e armonie il più diversi possibili: in questo modo potranno discriminare e orientare le loro scelte in base al proprio gusto e alle proprie esigenze.

È importante ricordare che le canzoni per bambini non sono necessariamente le più indicate nel processo educativo… gradualmente dovrebbero venire inseriti tutti i repertori, dalla musica classica fino a quella contemporanea passando dal Barocco al Jazz. Naturalmente l’ideale sarebbe poter condividere musica dal vivo senza delegare l’ascolto esclusivamente ai media.

Il silenzio è musica?

Rispondo con Miles Davis: “La vera musica è il silenzio. Tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio”.

Da ciò si comprende come sia essenziale per un musicista partire dal silenzio per la creazione della materia musicale e ricorda a tutti noi quanto suoni e rumori inquinino questo mondo e quanto eloquente ed educativo sia trasmettere ai propri figli il valore del silenzio, sia come forma di rispetto sia come obiettivo da riconquistare.

Spesso notiamo come i nostri bambini siano incapaci di interagire tra di loro perché le loro dinamiche risultano troppo chiassose e proprio questa diseducazione li porta nel tempo anche a non saper ascoltare. Malesseri del nostro tempo in cui il valore del silenzio viene vissuto quasi sempre con imbarazzo e disagio.